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VITE PARALLELE

La pratica del bullismo si concentra soprattutto nell’età scolare.

 

Il tema del bullismo non ha come protagonisti esclusivi i minori, autori e vittime della violenza: il bullismo ha anche, come protagonisti passivi, nel ruolo di spettatori, gli adulti. Intervenire, con la prevenzione, solo verso i minori può rivelarsi inefficace: occorre costruire percorsi distinti ma paralleli nei quali adulti e minori possano ottenere adeguati spazi per riconoscere il problema, misurarsi con esso, e costruire soluzioni.

Spesso è nelle scuole che si manifestano episodi gravi e drammatici di bullismo ed è quindi nelle scuoleche occorre ripensare le strategie di prevenzione, coinvolgendo gli attori di quei luoghi: gli scolari, gli insegnanti e il personale non insegnante, i genitori.

 

Il bullismo, prima ancora di essere l’espressione di una violenza è il sintomo di un conflitto che occorre capire. Non sono le occasioni che lo determinano o le circostanze in cui questo si palesa ma le relazioni che si sviluppano tra i suoi protagonisti -attivi e passivi- e l’incapacità delle norme sociali di contenere i contrasti a renderlo preoccupante. Per questo occorre imparare a riconoscere i conflitti e a dare a questi una dimensione accettabile, sul piano delle relazioni e sul piano della negoziazione, permettendo a tutti di essere riconosciuti come persone, con propri bisogni e a esprimerli e soddisfarli con gli altri e nel rispetto degli altri.

Contesto: Istituto Comprensivo San Benedetto Po

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