OUT OF VIOLENCE
RETE DI SUPPORTO PER L’USCITA DALLA VIOLENZA
Descrizione
Il territorio in cui si inserisce il progetto è quello della provincia di Mantova, con particolare contestualizzazione all’area urbana e dell’hinterland della città capoluogo (centro), della zona del destra Secchia (sud-est) e della zona a confine con la provincia di Brescia (nord-ovest), coprendo a tal fine tutta l’area provinciale a cui fanno riferimento i circa 415.000 abitanti, nei 70 comuni, su un’area di circa 2.300 kmq. Si tratta di un’area caratterizzata da grandi cambiamenti e sforzi per un reale contrasto alla problematica della violenza sulle donne.
Quello della violenza sulle donne è infatti un fenomeno serio e diffuso anche nella provincia virgiliana. Secondo i dati forniti dal “Telefono Rosa” di Mantova, solo nel 2010, le donne che si sono rivolte al servizio antiviolenza sono state 112, l’81% italiane, il 68% con figli, testimoni inermi della violenza subita dalle madri. Il maltrattamento psicologico è aumentato molto nell’ultimo periodo a Mantova (78% nel 2010). Quello fisico raggiunge il 51%, mentre quello economico il 24% e quello sessuale il 14%. In totale, negli ultimi tre anni, è stata dato ascolto 360 donne tra i 35 ed i 60 anni. Si caratterizza prevalentemente come violenza in ambito familiare (<70%) e si manifesta sotto più forme contemporaneamente: violenza fisica, psicologica, economica, sessuale. Le donne che la subiscono appartengono a ogni classe sociale e a ogni fascia di età e hanno difficoltà a denunciare le violenze che subiscono: per vergogna, perché le umiliazioni subite e la paura che la violenza si ripeta annientano l’autonomia e l’autostima – per timore del giudizio sociale – perché ancora oggi agisce culturalmente una legittimazione della violenza sulle donne, soprattutto quella domestica, che rimane circondata da omertà, silenzio e luoghi comuni, che non aiutano le donne a costruire per sé e per i figli/e, spesso minori, risposte a gravi situazioni.
Questa dinamica è particolarmente vera per il territorio di riferimento – provincia di Mantova – su cui l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma opera, in quanto formata da Comuni di dimensioni limitate, in cui può accadere che la vittima, l’aggressore e l’operatore sanitario si conoscano, con gli evidenti impatti emotivi (per l’operatore stesso) e le resistenze (per la vittima) che questo comporta.
Ciò che serve è un “programma di azioni integrate e coordinate in supporto alle vittime di violenza e maltrattamento” per combattere e prevenire il c.d. “Cycle of Violence” (Walker, 1970).
Obiettivi
Il programma – in forma di documento operativo – deve perseguire l’obiettivo primario di uscire dalla parzialità, di misure occasionali e frammentarie – spesso inefficaci e dispendiose – per promuovere interventi di rete sinergici nell’ottica di sistema, aumentando la capacità di rispondere ai problemi delle persone vittime di violenza.
I propositi sopra esposti non devono rischiare, per l’ennesima volta, di affrontare il tema solo dal punto di vista formale e istituzionale, promuovendo meramente azioni di sensibilizzazione delle politiche di genere. Le donne sottoposte a violenza e maltrattamenti – con i rispettivi figli minori – necessitano subito di una reale e quanto più possibile tempestiva attività di supporto (socio-sanitario, psicologico, giuridico, ecc.). Ciò è possibile attraverso la costruzione di una “rete di servizi coordinata” – prevista dal Protocollo Operativo oggetto di questa progettazione – da un lato, per attivare metodologie condivise di prevenzione, contrasto e intervento; dall’altro, per far affiorare il fenomeno della violenza di genere”.
Il garantire alle fasce più deboli (donne) una tutela costante e efficiente, può concorrere significativamente all’emersione della violenza di genere.
Nel dettaglio, sono due le fasi previste dal documento: la prima di gestione dell’emergenza e del primo intervento; la seconda di follow-up e fuoriuscita dalla violenza, secondo un unico percorso di sostegno in cui tutti sono consapevoli dell’obiettivo finale (uscita dal ciclo della violenza) e del proprio ruolo all’interno del processo.
Metodologia
La presente proposta progettuale rappresenta quindi la forte volontà, da parte dell’Ufficio Sviluppo e Formazione dell’A.O. Poma di Mantova, di avviare una sperimentazione per il supporto integrato alle vittime di reato, impegnandosi in primis a intraprendere un percorso condiviso per la formazione degli operatori sanitari in materia di violenza sulle donne, nonché progettare e testare – anche mediante l’Associazione LIBRA non-profit di Mantova e altri partner locali – una procedura di risposta a situazioni di violenza sessuale, domestica e stalking, in grado di coordinare secondo il metodo evidence based, interventi multidisciplinari a favore della persona presa in carico in PS. Il supporto del Dipartimento Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri permette una maggiore efficacia nell’addivenire degli intenti sopra esposti. Infatti, garantisce le necessarie risorse – economiche e di legittimazione istituzionale – per trasformare gli interventi dei singoli (enti pubblici e privato sociale), nonché l’iniziativa formativa rivolti ai sanitari, in un coeso “Asset integrato per l’uscita dalla violenza”.
L’integrazione è il concetto chiave su cui poggia le basi questa proposta progettuale. Essa non si definisce quale mera somma di interventi di sostegno e cura alla donna vittima, s’impegna invece ad amalgamare, nel tempo e nei modi, gli apporti specialistici affinché essi siano realmente utili al superamento della condizione vittimologica e alla ripresa dell’autonomia decisionale e gestionale della donna volta all’uscita dal perverso ciclo della violenza di cui era vittima.
Nelle accezioni che assume in questo progetto, l’integrazione è intesa:
- tra attori che operano nello stesso territorio in chiave di risposta operativa sanitaria, psico-sociale, giuridica, economica ed educativa alle situazioni di violenza sulle donne;
- con i progetti portati avanti dall’Associazione LIBRA (non profit) – Rete per lo Studio e lo Sviluppo delle Dinamiche di Mediazione di Mantova e dall’Istituto FDE – Formazione, Ricerca e Consulenza di Mantova, in materia di supporto alle vittime di reato; anche mediante lo sviluppo del Progetto “CSVR – Centro di Supporto alle Vittime di Reato.